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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, I, 52
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originale
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[52] Hunc deum rite beatum dixerimus, vestrum vero laboriosissimum. Sive enim ipse mundus deus est, quid potest esse minus quietum, quam nullo puncto temporis intermisso versari circum axem caeli admirabili celeritate: nisi quietum autem, nihil beatum est; sive in ipso mundo deus inest aliquis, qui regat, qui gubernet, qui cursus astrorum, mutationes temporum, rerum vicissitudines ordinesque conservet, terras et maria contemplans hominum commoda vitasque tueatur, ne ille est inplicatus molestis negotiis et operosis.
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traduzione
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52. Questo dio potremmo chiamare felice nel vero senso dei termine, non gi? il vostro che ? ci? che di pi?
sofferente si possa immaginare. Se si accetta infatti la tesi dell'identificazione della divinit? coi mondo, nulla v'? di
meno tranquillo di quel continuo ruotare a straordinaria velocit? attorno all'asse del cielo senza il bench? minimo
arresto: nessun essere ? felice se non ? tranquillo. Se invece v'? una divinit? immanente che regge e governa le cose, che
regola secondo leggi costanti il corso degli astri, l'avvicendarsi delle stagioni e l'ordinato procedere degli eventi che,
tenendo sotto il suo vigile sguardo i mari e le terre, provvede a soddisfare le esigenze vitali dell'umanit?, ben faticose e
seccanti saranno le faccende nelle quali si trover? invischiata.
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